lunedì 27 giugno 2011
Il matrimonio, sin dalla sua diffusione nella società civile, ha sempre portato con sé una precisa ritualità, con uno sfondo sacro e, soprattutto, con un susseguirsi di tappe prestabilite la cui sequenza, ha sempre garantito una precisa celebrazione di un rito che è stato alla base della formazione di nuove famiglie all'interno del tessuto sociale. Tra i tanti simboli che fanno parte della cerimonia del matrimonio, certamente, brillano le famose fedi nuziali, anche comunemente dette anelli da sposi, il cui scambio è uno dei momenti culminante del matrimonio, giacché offrendo al proprio partner questo anello, si va a promettergli fedeltà, assistenza morale, spirituale e materiale e si acquisisce una precisa serie di diritti ai quali si contrappongono i doveri. Ma perché, quindi, gli anelli da sposi si sono diffusi così tanto e, soprattutto, per quale motivo due anelli portati al dito anulare della mano sinistra – o destra a seconda della religione e del proprio credo – sono un simbolo così forte e comune del matrimonio? Ebbene, la risposta a questa domanda va cercata nell'antica civiltà greca e nella tradizione ebraica antica: queste due culture, infatti, hanno tramandato lo scambio delle fedi nuziali fino ad oggi; in particolare, la Grecia antica ha portato a noi una pseudo motivazione scientifica secondo la quale, dal dito anulare, un'arteria giungerebbe fino al cuore. Va tenuto presente che l'abitudine ad indossare gli anelli da sposi, in passato, era tipicamente femminile: per l'uomo, difatti, non esisteva un vero e proprio costume secondo il quale fosse necessario indossare una fede nuziale.
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